Ekādaśī, Upavāsa e pratica Yoga

Silvia Mazzamurro

16 giu 2025

Ekādaśī, Upavāsa e pratica Yoga

Forse hai già sentito parlare di Ekādaśī, l’undicesimo giorno dopo la luna piena (Kṛṣṇa Ekādaśī) e l’undicesimo giorno dopo la luna nuova (śukla Ekādaśī). In queste giornate particolari il nostro corpo, formato prevalentemente da acqua, viene influenzato a livello endocrino e ormonale, ma anche a livello energetico, dagli influssi lunari. Si sostiene, infatti, che in questi momenti la nostra energia sia naturalmente rivolta verso l’alto, verso la spiritualità e che sia più agevole progredire sul sentiero spirituale, rimuovendo gli ostacoli e raggiungendo maggiore pace, chiarezza e forza interiore.

Per incentivare questa predisposizione, è ancor più importante in queste giornate seguire un’alimentazione sana e leggera, ricca di alimenti sattvici, che, secondo la tradizione dello Yoga, incentivano l’energia spirituale, quali verdura, frutta fresca e secca, cereali, legumi e semi, possibilmente a km zero, evitando i cibi eccessivamente piccanti, salati e stimolanti (tè, caffè), ma anche alcol, carne e in generale gli alimenti raffinati e grassi. E' molto probabile che sentirai l'esigenza di mangiare meno e in modo più sano in via del tutto naturale e spontanea durante i giorni di Ekādaśī.

Puoi anche decidere di dedicarti un giorno di digiuno, Upavāsa, che va dalla cena del giorno precedente alla cena del giorno di Ekādaśī, anticipato e seguito da un’alimentazione sattvica. Decidi di praticarlo solo se sei una persona adulta, sana, in assenza di problemi di salute e di condizioni particolari, come la gravidanza e l’allattamento. E’ inoltre consigliabile scegliere, tra le date di Ekādaśī, un giorno tranquillo, non caratterizzato da stress e attività fisica eccessivi, per esempio, potresti praticarlo il fine settimana o quando sei in ferie. 

Upavāsa completo, ossia astenersi sia da cibo sia da bevande, inclusa l’acqua (!), non è consigliabile per le persone che conducono uno stile di vita occidentale e non possono dedicarsi completamente alla pratica meditativa e yogica per lunghi periodi.

Tuttavia, ha pari benefici praticare Upavāsa assumendo solamente liquidi: acqua, sicuramente, ma anche tisane, infusi, acque aromatizzate con limone o erbe fresche. Anzi, è bene bere molto, poichè durante il digiuno il corpo è maggiormente soggetto a disidratazione. Se per te è troppo duro, potrai anche decidere di mangiare frutta fresca, oltre che bere. Ricorda comunque di rispettare sempre il tuo corpo e le sue necessità, per cui, se dovessero presentarsi malesseri, interrompi la pratica e consulta un medico, tenendo conto che un lieve mal di testa e debolezza, soprattutto le prime volte, sono sintomi normali e non preoccupanti. 

Il digiuno non è un obbligo o un’imposizione, ma il bisogno di farlo potrà sorgere spontaneamente ad un certo punto del tuo cammino spirituale. Grazie allo Yoga e alla Meditazione e alla costanza nella pratica, ti sentirai parte del Tutto e svilupperai una maggiore sensibilità e connessione con la natura e i suoi cicli. Avvertirai in questi giorni particolari un naturale abbassamento del senso di fame e il bisogno di mangiare meno per elevare la tua energia spirituale. Upavāsa significa infatti “stare vicino al divino”, deriva da “upa” che significa vicino e “vāsa”, dimora divina.

I benefici fisici del digiuno sono ormai noti e riconosciuti anche dalla medicina occidentale. Spaziano dal miglioramento della salute cardiovascolare, cerebrale e la sensibilità all’insulina, oltre a ridurre il livello complessivo dell’infiammazione del nostro organismo, chiave di molte patologie croniche, e a favorire la perdita di peso, grazie all’aumento dell’utilizzo dei grassi come fonte di energia.

La pratica Yoga di āsana durante il digiuno è bene che sia lenta, morbida e delicata, incentrata sulle aperture del petto e sul radicamento. Dedica ampio spazio al rilassamento, per favorire il rilascio delle tensioni e delle “scorie” energetiche e raggiungere una profonda introspezione. Il Prāṇāyāma potrà accrescere la tua energia vitale, praticandolo sempre gradualmente e con le indicazioni di una guida esperta. Potrai sperimentare degli stati più profondi di meditazione. In generale, potrai avvertire una maggiore sensazione di Unità con l’Universo...

Prima di chiudere vorrei raccontarti la leggenda legata a Ekādaśī. Si narra che il dio Viṣṇu fosse immerso in un lungo e profondo sonno. Il demone Murdanav si avvicinò tentando di attaccarlo, ma all’improvviso una donna meravigliosa emerse dall'undicesimo senso di Vishnu, spesso associato alla "mente". Murdanav ne rimase subito affascinato e le chiese di sposarla e lei rispose che avrebbe accettato solo se l'avesse sconfitta in battaglia. Così iniziò una lunga ed estenuante battaglia, che si concluse con l’uccisione del demone. Vishnu si svegliò dal sonno e benedisse la donna chiamandola "Ekādaśī" e affermò che chiunque avesse digiunato in quel giorno avrebbe ottenuto il moksha, la liberazione dal ciclo nascita-morte-rinascita.

Ed infine ti lascio una citazione tratta dalla Bhagavadgītā, testo fondamentale dello Yoga, con l’augurio che sia di ispirazione per la tua vita e il tuo cammino spirituale:

Lo Yoga non potrà essere raggiunto né da colui che mangia troppo, né da colui che si astiene dal cibo, né da colui che dorme troppo, né da colui che troppo veglia. Raggiungerà lo Yoga colui che mangia e beve come si conviene, di cui tutti gli atti sono regolati dalla ragione e che sa equilibrare il sonno e la veglia.

Se ti va, raccontami la tua esperienza in Ekādaśī. Rimango in ascolto 🙏



Ekādaśī, Upavāsa e pratica Yoga

Silvia Mazzamurro

16 giu 2025

Ekādaśī, Upavāsa e pratica Yoga

Forse hai già sentito parlare di Ekādaśī, l’undicesimo giorno dopo la luna piena (Kṛṣṇa Ekādaśī) e l’undicesimo giorno dopo la luna nuova (śukla Ekādaśī). In queste giornate particolari il nostro corpo, formato prevalentemente da acqua, viene influenzato a livello endocrino e ormonale, ma anche a livello energetico, dagli influssi lunari. Si sostiene, infatti, che in questi momenti la nostra energia sia naturalmente rivolta verso l’alto, verso la spiritualità e che sia più agevole progredire sul sentiero spirituale, rimuovendo gli ostacoli e raggiungendo maggiore pace, chiarezza e forza interiore.

Per incentivare questa predisposizione, è ancor più importante in queste giornate seguire un’alimentazione sana e leggera, ricca di alimenti sattvici, che, secondo la tradizione dello Yoga, incentivano l’energia spirituale, quali verdura, frutta fresca e secca, cereali, legumi e semi, possibilmente a km zero, evitando i cibi eccessivamente piccanti, salati e stimolanti (tè, caffè), ma anche alcol, carne e in generale gli alimenti raffinati e grassi. E' molto probabile che sentirai l'esigenza di mangiare meno e in modo più sano in via del tutto naturale e spontanea durante i giorni di Ekādaśī.

Puoi anche decidere di dedicarti un giorno di digiuno, Upavāsa, che va dalla cena del giorno precedente alla cena del giorno di Ekādaśī, anticipato e seguito da un’alimentazione sattvica. Decidi di praticarlo solo se sei una persona adulta, sana, in assenza di problemi di salute e di condizioni particolari, come la gravidanza e l’allattamento. E’ inoltre consigliabile scegliere, tra le date di Ekādaśī, un giorno tranquillo, non caratterizzato da stress e attività fisica eccessivi, per esempio, potresti praticarlo il fine settimana o quando sei in ferie. 

Upavāsa completo, ossia astenersi sia da cibo sia da bevande, inclusa l’acqua (!), non è consigliabile per le persone che conducono uno stile di vita occidentale e non possono dedicarsi completamente alla pratica meditativa e yogica per lunghi periodi.

Tuttavia, ha pari benefici praticare Upavāsa assumendo solamente liquidi: acqua, sicuramente, ma anche tisane, infusi, acque aromatizzate con limone o erbe fresche. Anzi, è bene bere molto, poichè durante il digiuno il corpo è maggiormente soggetto a disidratazione. Se per te è troppo duro, potrai anche decidere di mangiare frutta fresca, oltre che bere. Ricorda comunque di rispettare sempre il tuo corpo e le sue necessità, per cui, se dovessero presentarsi malesseri, interrompi la pratica e consulta un medico, tenendo conto che un lieve mal di testa e debolezza, soprattutto le prime volte, sono sintomi normali e non preoccupanti. 

Il digiuno non è un obbligo o un’imposizione, ma il bisogno di farlo potrà sorgere spontaneamente ad un certo punto del tuo cammino spirituale. Grazie allo Yoga e alla Meditazione e alla costanza nella pratica, ti sentirai parte del Tutto e svilupperai una maggiore sensibilità e connessione con la natura e i suoi cicli. Avvertirai in questi giorni particolari un naturale abbassamento del senso di fame e il bisogno di mangiare meno per elevare la tua energia spirituale. Upavāsa significa infatti “stare vicino al divino”, deriva da “upa” che significa vicino e “vāsa”, dimora divina.

I benefici fisici del digiuno sono ormai noti e riconosciuti anche dalla medicina occidentale. Spaziano dal miglioramento della salute cardiovascolare, cerebrale e la sensibilità all’insulina, oltre a ridurre il livello complessivo dell’infiammazione del nostro organismo, chiave di molte patologie croniche, e a favorire la perdita di peso, grazie all’aumento dell’utilizzo dei grassi come fonte di energia.

La pratica Yoga di āsana durante il digiuno è bene che sia lenta, morbida e delicata, incentrata sulle aperture del petto e sul radicamento. Dedica ampio spazio al rilassamento, per favorire il rilascio delle tensioni e delle “scorie” energetiche e raggiungere una profonda introspezione. Il Prāṇāyāma potrà accrescere la tua energia vitale, praticandolo sempre gradualmente e con le indicazioni di una guida esperta. Potrai sperimentare degli stati più profondi di meditazione. In generale, potrai avvertire una maggiore sensazione di Unità con l’Universo...

Prima di chiudere vorrei raccontarti la leggenda legata a Ekādaśī. Si narra che il dio Viṣṇu fosse immerso in un lungo e profondo sonno. Il demone Murdanav si avvicinò tentando di attaccarlo, ma all’improvviso una donna meravigliosa emerse dall'undicesimo senso di Vishnu, spesso associato alla "mente". Murdanav ne rimase subito affascinato e le chiese di sposarla e lei rispose che avrebbe accettato solo se l'avesse sconfitta in battaglia. Così iniziò una lunga ed estenuante battaglia, che si concluse con l’uccisione del demone. Vishnu si svegliò dal sonno e benedisse la donna chiamandola "Ekādaśī" e affermò che chiunque avesse digiunato in quel giorno avrebbe ottenuto il moksha, la liberazione dal ciclo nascita-morte-rinascita.

Ed infine ti lascio una citazione tratta dalla Bhagavadgītā, testo fondamentale dello Yoga, con l’augurio che sia di ispirazione per la tua vita e il tuo cammino spirituale:

Lo Yoga non potrà essere raggiunto né da colui che mangia troppo, né da colui che si astiene dal cibo, né da colui che dorme troppo, né da colui che troppo veglia. Raggiungerà lo Yoga colui che mangia e beve come si conviene, di cui tutti gli atti sono regolati dalla ragione e che sa equilibrare il sonno e la veglia.

Se ti va, raccontami la tua esperienza in Ekādaśī. Rimango in ascolto 🙏